Il turismo sostenibile: una sfida cruciale per il XXI secolo

alt= A person with a backpack walks along a rocky path by a clear lake surrounded by mountains, with sunlight breaking through the clouds.

Nell’era della globalizzazione e dei viaggi low-cost, il turismo di massa è diventato un fenomeno di portata mondiale che, se da un lato rappresenta un’importante risorsa economica per molte località, dall’altro pone sfide significative in termini di sostenibilità ambientale e sociale. L’overtourism, ovvero l’afflusso eccessivo e incontrollato di visitatori in determinate destinazioni, sta mettendo a dura prova non solo gli ecosistemi naturali, ma anche il tessuto sociale e culturale delle comunità locali.

Dai 25 milioni di turisti degli anni ’50, siamo passati agli attuali 1,4 miliardi, con previsioni che indicano un ulteriore aumento a 1,8 miliardi entro il 2030. Questo incremento esponenziale ha portato a conseguenze negative in molte località turistiche: dall’usura delle infrastrutture alla perdita dell’identità locale, fino a veri e propri danni ambientali.

Casi emblematici come quello della Spiaggia Rosa di Budelli in Sardegna, minacciata dai “ladri di sabbia”, o del canyon islandese di Fjadrargljufur, chiuso al pubblico dopo essere diventato meta di pellegrinaggio grazie a un video musicale di Justin Bieber, dimostrano quanto sia urgente ripensare il nostro approccio al turismo.

La regolamentazione dei flussi turistici emerge come una necessità imprescindibile

Città come Amsterdam hanno già iniziato a prendere provvedimenti, decidendo di smettere di promuoversi come meta turistica per scoraggiare nuovi arrivi. Altre località stanno considerando l’introduzione di tasse di soggiorno più elevate o la limitazione del numero di visitatori.

Tuttavia, la mera regolamentazione non è sufficiente. È necessario un cambio di paradigma che punti a un turismo lento e di qualità, rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali. Il cosiddetto turismo esperienziale, ad esempio, educa chi pratica turismo e sensibilizza chi viaggia all’impatto del viaggio sull’ambiente e le comunità presso cui ci si reca, promuovendo comportamenti responsabili e talvolta rigenerativi.

Occorrerebbe ad esempio incentivare la destagionalizzazione delle partenze, ovvero incentivare le visite in periodi meno affollati attraverso offerte mirate e più consapevoli, alleggerendo la pressione sulle destinazioni più popolari e indirizzando i flussi verso località meno conosciute. Occorrerebbero investimenti in infrastrutture sostenibili, che migliorino la capacità delle destinazioni di gestire i flussi turistici in modo eco-compatibile e partecipativo, coinvolgendo ad esempio le comunità locali nelle attività di promozione del territorio, ed assicurando quindi che i residenti beneficino del turismo e non ne siano vittime. In questo senso, infine, l’utilizzo della tecnologica potrebbe essere di grande aiuto, attraverso l’implementazione di prenotazioni e la gestione dei flussi basati su dati in tempo reale.

Il sociologo Jost Krippendorf già negli anni ’80 aveva intuito la necessità di un turismo sostenibile, evidenziando il paradosso di un’industria che, distruggendo il proprio territorio, finisce per privarsi della sua risorsa principale. Oggi, questa visione è più attuale che mai.

La sfida del turismo sostenibile richiede un impegno congiunto di governi, industria turistica, comunità locali e viaggiatori

In questo senso, le organizzazioni del terzo settore fanno da ponte tra queste realtà, motivo per cui noi di LAND promuoviamo, attraverso il progetto EXTOR, un approccio integrato e una nuova etica di turismo e di viaggio, volta a preservare le meraviglie naturali e culturali dei nostri territori per le generazioni future, trasformando il turismo da potenziale minaccia a opportunità di crescita sostenibile e scambio culturale autentico.

In conclusione, regolamentare i flussi turistici e migliorare la qualità del turismo non è solo una necessità, ma un imperativo etico e pratico per il XXI secolo. Il futuro del turismo dipende dalla nostra capacità di bilanciare la crescita economica con la conservazione ambientale e il rispetto delle culture locali. Solo così potremo continuare a esplorare il mondo senza distruggere ciò che lo rende unico e prezioso!

Seguici per saperne di più, visita il sito del progetto EXTOR al seguente link.

EXTOR – Experiential tourism for sustainable rural development è un progetto finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ – INAPP e nasce dalla collaborazione tra:

Per ulteriori informazioni su EXTOR, contatta Aurelia Schera, aurelia.schera@impresasocialeland.org.